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Brain Longevity®️ e prevenzione del declino cognitivo: come mantenerlo giovane con uno stile di vita sano

Aggiornamento: 19 apr


Ad Albatros parliamo anche di Brain Longevity ®️e prevenzione del declino cognitivo: come mantenerlo giovane con uno stile di vita sano


La popolazione mondiale sta invecchiando in modo molto rapido, si stima che entro il 2050 il 22% delle persone avrà più di 60 anni.

Nella regione europea già nel 2024 la popolazione degli over 65 ha superato quella degli under 15. (Rapporto OMS 2024)

Le stime ci dicono inoltre che in conseguenza di questo fenomeno d’invecchiamento

progressivo della popolazione avremo un aumento dei casi di demenza.

Nel 2050, di 153 milioni di persone nel mondo sarà affetta da qualche forma di demenza.


Proprio ora mentre stiamo leggendo questo articolo, ogni 4 secondi viene diagnosticato un nuovo caso di demenza; 7,7 milioni di casi all’anno; di questi 1 donna su 6 e un uomo su 11 si ammalano di Alzheimer.


Dopo aver snocciolato questi numeri vi verrà da chiedere: quindi siamo tutti

destinati al declino cognitivo? Pare di no.


E’ stato dimostrato che con un corretto stile di vita quasi la metà dei casi di demenza potrebbe essere prevenuta.(Report Lancet 2024 standing Commision)


E finalmente possiamo affermare che la perdita di memoria non è un destino ineluttabile per chi invecchia. Tranquilli, quindi, ai primi segni di vuoti di

memoria, quando già a trenta anni non ricordiamo più il nome di quella persona che ci era stata presentata ieri sera o non troviamo più le chiavi dell’auto.


Come abbiamo capito dobbiamo prenderci cura del nostro cervello, è “lui” che comanda la maggioranza delle nostre interazioni con il resto del nostro corpo e con il mondo esterno e di “lui” che dovremmo preoccuparci.

Andiamo in palestra per rafforzare i nostri muscoli, cerchiamo rimedi alla comparsa dei primi capelli grigi e delle prime rughe ma il paradosso è che ci dimentichiamo che dobbiamo prenderci cura di “lui”.


Cosa facciamo per il nostro cervello?


Possiamo ad esempio iniziare a fare la sua conoscenza.


Inizieremo utilizzando la descrizione poetica del Dottor Ramón y Cajal, il padre della Neuroscienza come la conosciamo oggi e vincitore del premio Nobel per la medicina, che lo ha paragonato ad un fitto bosco formato da alberi pieni di rami – i nostri neuroni (gli alberi) sono formati dal Soma, il corpo cellulare da cui spuntano due prolungamenti: gli Assoni, che permettono di comunicare con i neuroni vicini, e i Dentriti - dal greco albero appunto - che costituiscono le chiome e che ricevono l’impulso nervoso e lo conducono al corpo cellulare. I neuroni sono quindi separati gli uni dagli altri, come gli alberi che

formano una fittissima foresta e questa distanza nota come sinapsi permette ai neuroni (attraverso impulsi elettrici e chimici) di comunicare tra loro; è questo il principio fondamentale dell’elaborazione delle informazioni nel cervello.


Se si trattasse di una fiaba per bambini potremmo dire che i neuroni parlano attraverso gli Assoni e ascoltano attraverso i Dentriti, questo dialogo è alla base del funzionamento del nostro cervello.


Non facciamo fatica, dunque, a comprendere perché alcuni hanno definito il nostro

cervello come l’organo più complesso e misterioso. Esso è formato da 100.000 milioni di neuroni che si collegano gli uni agli altri formando un miliardo di connessioni per ogni millimetro cubo di corteccia.

Questi numeri sono strabilianti vero? E che ne dite allora di questi: “lui” lavora 7 giorni su 7, 24 ore al giorno, rappresenta solo il 2% del peso corporeo ma ha bisogno del 20/25% di sangue, ossigeno e glucosio.

Questi dati da soli bastano a farci capire quale complesso e meraviglioso strumento

abbiamo nella nostra cavità cranica, che qualcuno senza esagerare ha paragonato

all’universo.


Continuiamo ora il nostro viaggio alla conoscenza del cervello e a come si sviluppa, cresce e invecchia con il passare degli anni.


"Lui" compie gran parte del suo sviluppo fino ai 14 anni e si completa verso i 25/28. Il cervello inizia a invecchiare già a partire dai trenta anni c.a (se non pratichiamo attività fisica) e per tutti dai 50 anni in poi c’è una perdita stimata tra lo 0,5 e l’1% l’anno nell’area dell’Ippocampo (chiamato così per la sua forma simile ad un cavalluccio marino) che è quella che ci ricorda chi siamo e cosa abbiamo fatto nella vita, controlla la memoria di breve periodo (quella di lungo termine si trova nella corteccia più esterna) e anche la nostra capacità di muoverci nella spazio. E’ la regione determinante per le nostre funzioni cognitive.


Quindi, il nostro cervello subisce un processo di atrofia, ma l’intensità e la progressione di tale processo dipendono soprattutto dal nostro stile di vita più che dalla nostra genetica.


Il fatto è che nella nostra cultura siamo portati a confondere la mente (software) con il cervello (hardware) e così facendo ci dimentichiamo che “lui” è fatto di carne e sangue e che ha bisogno di nutrimento ed esercizio per funzionare e mantenerlo sano nel corso degli anni.


Ed è per questo che dobbiamo impegnarci per promuovere le abitudini che ne favoriscano il benessere e la vitalità.


Ma come?


Iniziamo a familiarizzare con i quattro pilastri su cui si basa il progetto

Brain Longevity® (dell’Alzheimer’s Research and Prevention Foundation di Tucson,

Arizona.)


- Alimentazione: aumentate il consumo di verdure e introducete un colore diverso di verdura o frutta ogni giorno e non dimenticatevi la vostra razione giornaliera di frutta secca.


- Stress Management: quando siamo scossi, preoccupati, arrabbiati, prendiamoci 2-3 minuti e rallentiamo consapevolmente la frequenza della respirazione; respirando 5 volte al minuto, le emozioni scomode spariranno.


- Allenamento fisico e mentale: si può iniziare con 20 minuti di camminata veloce, anche su tapis roulant, tre volte a settimana per promuovere la crescita di nuovi neuroni.


- Spiritual Fitness: precisiamo che spirituale è un concetto più ampio di religione.

Concretamente proviamo una volta al giorno a riconoscerci ed apprezzarci per una nostra azione, una parola detta con compassione ad una persona vicina; impegniamoci a frequentare maggiormente le persone che ci fanno star bene, socializziamo.


Se vi siete incuriositi e se sentite anche voi la necessità di prendervi cura di “lui”, seguite le iniziative del Centro Albatros, le nostre news e il nostro blog, vi terremo aggiornati sui prossimi eventi……..…


A cura di Maria Luigia Fortunato

Brain Longevity Specialist











 
 
 

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